mercoledì 8 gennaio 2014

Libri Antichi. Quarta parte ed epilogo.



IV
Qualche ora dopo, ci trovammo di fronte a un uomo molto simile a Vladimiro Visconti.
“Digit, ti presento Terenzio Keller, collezionista d’arte e di libri antichi.”
Keller non mi segnò di uno sguardo, e capii subito che non era solo disinteresse.
“Che succede, Terenzio? Non ti ho mai visto così.”
“C’è che è tutto inutile. Dovrò restituire i libri a Visconti e anche una forte somma.”
“E perché?”
“Perché ha catturato la talpa che avevo messo all’interno.”
“E allora?”
“Ma non capisci? La talpa è mio figlio!”
Cinthia si versò da bere dal mobile bar.
“Ah, già, avevo capito una cosa del genere.”
“Lo avevi capito?”
“Sì, quando non l’ho visto in giro. Era dentro come cameriere, no? Però a pranzo non l’ho visto, e allora mi sono insospettita. Comunque questo non cambia niente: io i libri li ho portati, anche se per colpa di qualcuno uno è rimasto da Visconti, comunque il prezzo è sempre quello pattuito.”
“Ma se dovrò restituirli! E comunque ce n’è uno di meno!”
“Sì, ma c’è di mezzo tuo figlio, nell’affare.”
“Che cosa vuoi dire?”
In quel momento, il rumore di un motore d’auto che entrava nella villa ci distrasse.
“Voglio dire che quando non l’ho visto al lavoro come cameriere, e non ho visto il materiale che doveva essere in camera della contessa Von Herring, sono andata a fare una piccola indagine per conto mio. L’ho trovato in una stanzetta nella succursale della villa, mal ridotto ma in grado di camminare. L’ho dovuto lasciar lì per non insospettire Visconti, ma poi circa dieci minuti prima che andassi a prendere Lorenzo l’ho liberato, gli ho detto di nascondersi in una delle auto dei gorilla di Visconti, e quando è iniziato l’inseguimento gli è bastato partire anche lui dietro a noi. Nel frattempo, sono andato a prendere il materiale, altrimenti non avremmo potuto far nulla, e meno male che tuo figlio è un duro e ha confessato solo di lavorare per la combinazione della porta della libreria, ma non ha detto niente del materiale che aveva nascosto in lavanderia tra cui il famoso lanciarazzi. Così Visconti si aspettava qualcuno che si portasse del materiale dall’esterno. Per questo i controlli sono stati così laschi… volevano prederci in trappola. In definitiva, abbiamo sfiorato il disastro, ma è andata bene.”

Epilogo
Una valigetta con dentro una somma di denaro molto consistente passò dalle mani di Keller a quelle di Cinthia, che salutò e se ne andò, con me a seguito.
“Senti, si era detto che la cosa avrebbe potuto essere molto remunerativa anche per me…”
Mi scoccò uno sguardo gelido. Ricordate quando ho detto che quando sorride sembra una maestra elementare? Ecco, quando invece ha quello sguardo, sembra più una guerriera amazzone in procinto di staccare la testa al suo nemico a morsi.
“Hai detto bene: avrebbe potuto essere. Mi hai fatto lasciar lì uno dei libri, e già questo… In più ti ho salvato da una brutta caduta prendendoti fra le mie braccia, e questo dovrei fartelo pagare caro. Comunque, mi sento generosa e ti abbuono il tutto, l’unica cosa è che dovrai tornare a casa con i tuoi mezzi.”
 “Che cosa? Ma senti, qui siamo in mezzo al nulla e…”
Le mie ultime parole si spensero nel ruggito della Suzuky di Cinthia, che subito dopo partì di botto, lasciandomi lì a chiedermi come tornare a casa.
Dopo un centinaio di metri, comunque, si fermò, per mandarmi un bacio, poi ripartì a tutta velocità a godersi il suo mezzo milione di euro.

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